All’interno del progetto Vivi –amo Mantova, progetto di ricerca per rendere la città più accogliente ed accessibile, che vede Anffas ente capofila di un gruppo di associazioni di volontariato, Conf commercio e altre figure sensibili al tema della disabilità, quest’anno si è inserito anche il Politecnico, facoltà di Architettura, con il quale abbiamo organizzato il Forum

In continuità e sviluppo con i progetti presentati negli anni 2016-2017 nell’ambito di un percorso regionale del sistema dei CSV lombardi sul tema dell’associazione come stimolo ad una comunità accogliente, un gruppo di associazioni ed enti del Terzo Settore dell’area disabilità (ANFFAS, AIPD, AISM, Associazione Sindrome della X Fragile, UICI, Solco), insieme con Confcommercio e con l’apporto di cittadini esterni a contesti associativi, si sono periodicamente ritrovati in 5 incontri di progettazione, durante i quali l’associazionismo e il volontariato si sono confrontati su come sollecitare i cittadini alla riscoperta dei valori della solidarietà e della cittadinanza attiva per rendere più accogliente e accessibile il territorio e le persone che li vivono.
Etimologicamente la parola accogliere significa ricevere qualcuno o qualcosa; accettare, cogliere, raccogliere.
Quindi l’accoglienza è un’apertura: ciò che così viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare – in una casa, in un gruppo, in sé stessi. Accogliere vuol dire mettersi in gioco, e in questo esprime una sfumatura ulteriore rispetto al buon costume dell’ospitalità. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l’altro diventando un tutt’uno con lui.
Accogliere significa riconoscere l’altro. Nel senso di vederlo. Di osservarlo e di osservarsi attraverso i suoi occhi. Che è facile quando si è in risonanza, molto meno quando non lo si è.
Accogliere significa ascoltare, non solo ciò che vogliamo sentire ma anche ciò che ci fa arrabbiare, che ci ferisce, che ci innervosisce, che non condividiamo, che vorremmo zittire.
Accogliere significa agire per andare oltre, proprio quando invece vorremmo reagire, per imporre noi stessi e il nostro pensiero.
Accogliere significa avere il desiderio profondo di conoscere chi ci sta di fianco.
Accogliere è predisporre un ambiente organizzato un ambiente che espone a stimoli precisi e gli invia segnali che si producono in azioni che a loro volta attuano comportamenti.
Accogliere è ascoltare per comprendere le richieste di ognuno.
Dall’altro lato l’accessibilità di un ambiente è data d'essere fruibile con facilità da una qualsiasi tipologia di persona.
Il termine è comunemente associato alla possibilità anche per persone con ridotta o impedita capacità sensoriale, motoria, o psichica (ovvero affette da disabilità sia temporanea, sia stabile), di accedere e muoversi autonomamente in ambienti fisici, di fruire e accedere autonomamente a contenuti culturali o fruire dei sistemi informatici e delle risorse a disposizione tipicamente attraverso l'uso di tecnologie assistite o tramite il rispetto di requisiti di accessibilità dei prodotti.

Per questo le finalità che ci si pone sono:
• avviare un processo di socializzazione;
• avviare il senso di appartenenza ad una nuova comunità;
• sviluppare la capacità di lavorare in gruppo, con particolare riferimento alla cooperazione;
• sviluppare rapporti improntati alla familiarità ed al rispetto reciproco perché tutti possano stare bene in una città, con sé e con gli altri;
• conoscere, interpretare ed usare vari linguaggi per condividere con la cittadinanza il senso di una società accogliente e accessibile.

Le azioni previste sono sei:
1. Realizzazione di un documento esito della ricerca.
2. Raccolta fotografica di immagini di barriere e di possibili soluzioni.
3. Momento di confronto pubblico.
4. Sensibilizzazione dei cittadini rispetto alle barriere architettoniche.
5. Dialogo di sensibilizzazione con gli esercizi commerciali.
6. Gestione organizzativa del progetto e di coordinamento delle azioni e della rete.

Programmazione attività:
1. Realizzazione di un documento esito dell’indagine promossa lo scorso anno con le riflessioni portate dai cittadini e le segnalazioni dei punti di interesse per le persone rispetto alla città di Mantova, che verrà condiviso con il Comune. Ideazione grafica e stampa di un abstract diffuso a livello di cittadinanza. L’elaborazione delle informazioni e delle riflessioni raccolte dai 347 questionari è in corso di definizione.
2. Ricerca di immagini di barriere architettoniche e non solo presso i diversi archivi cittadini. Realizzazioni ad hoc di immagini di barriere e di possibili soluzioni. Le immagini, indicativamente una decina, possono essere utilizzate nell’abstract dell’azione 1 e in occasione dell’azione 3.
3. Confronto pubblico (convegno) con segnalazione di problemi e possibili soluzioni, in collaborazione con il Comune, da realizzare nel contesto della Giornata della disabilità del 3 dicembre (sabato 1?). L’obiettivo è rendere consapevoli i cittadini delle limitazioni causate dalla presenza e dalla pericolosità delle barriere architettoniche, anche quelle che le persone non considerano tali, e segnalare come a volte bastino piccoli accorgimenti per rendere i luoghi accessibili. L’incontro verrà impostato con gli interventi di un paio di esperti, anche con professionalità tecniche, e presenterà una panoramica informativa sui musei accessibili, coinvolgendo anche i musei mantovani. Realizzazione di locandina di invito da collocare nei negozi. L’evento sarà promosso attraverso i media locali, le scuole, gli esercizi commerciali. Da percorrere la connessione con l’Università di Milano (prof. Peraboni), che sta organizzando per ottobre un workshop di due giorni con amministrazione, associazioni (compito di sensibilizzazione) e università, con l’obiettivo di realizzare un decalogo di azioni sul tema dell’accessibilità. In questo ambito si intende anticipare la presentazione dei dati della ricerca, e lavorare nei tavoli di discussione in particolare sull’aspetto “siamo tutti disabili”, per spostare il piano dall’accessibilità allargandolo a quello dell’accoglienza.
4. Installazione scenografica con sagome visibili e di impatto che diano l’idea delle barriere architettoniche. Creare una serie di installazioni in città che sensibilizzino i cittadini, simulando barriere architettoniche, con un messaggio scritto da comunicare. Possibili esempi: un’auto parcheggiata su un marciapiede, una bicicletta su un marciapiede, una persona in carrozzina davanti ad una scalinata, un bagno non accessibile… Le dimensioni delle installazioni saranno: 1m x 2m. Le installazioni potrebbero essere collocate nella zona delle poste, o vicino alle strisce pedonali, o nelle vie del centro, comunque in zone di visibilità ed evidenza. La collocazione potrebbe essere di breve durata, legata ad eventi specifici (il convegno di dicembre?). Si chiederà collaborazione con il Comune di Mantova per il trasporto e lo spostamento, e con gli esercenti per il rimessaggio. Verranno poi realizzati dei post-it con frasi ad effetto e logo del progetto per segnalare le barriere causate dai cittadini per dare un messaggio responsabilizzante.(vedi allegato 1)
5. Gli esercenti del centro storico distribuiranno i materiali del progetto; alcuni di loro si renderanno disponibili ad offrire un luogo di rimessaggio delle installazioni. La costruzione di questo rapporto renderà possibile un maggiore coinvolgimento dei commercianti per il progetto 2019, nel quale inserire anche il progetto Autism friendly.
6. Il personale delle associazioni (operatori sociali, educatori, figure con ruolo di segreteria…) svolgerà attività di segreteria, di coordinamento, di realizzazione operativa delle varie attività del progetto. Sono previsti momenti di incontro di gruppo a cadenza regolare, per progettare, monitorare e valutare le singole azioni e il progetto.
Si intende poi allargare la rete, coinvolgendo altre associazioni e altri enti.